Conferenza: Cittadinanza/comunità fantasma
CONFERENZA
CITTADINANZA/COMUNITA’ FANTASMA
La partecipazione del quotidiano
Francesco Gabbi – IUAV Venezia
Numerosi studi ed esperienze di partecipazione della cittadinanza alla presa di decisioni collettivamente rilevanti – le cosiddette politiche pubbliche – hanno mostrato il limite di un modello che non riesce a superare il pregiudizio epistemologico di una conoscenza che deve precedere in qualche modo l’azione.
Alla luce di queste riflessioni si propone un modello diverso, dove la partecipazione dei cittadini e la produzione di conoscenza avvengono costantemente, imbricate nella quotidianità. In questo senso le stesse politiche pubbliche vengono messe alla prova, modificate e reinventate dalla cittadinanza in una partecipazione effettiva che elimina la distanza tra policy makers e policy takers.
Cittadinanza / comunità per tutt@
Stefano Bleggi – Cso Bruno
Esiste nella magnifica Provincia Autonoma di Trento una legge provinciale che regola in modo formale l’accesso alla cittadinanza locale. Per essere cittadino a tutti gli effetti, ovvero un Trentino DOC, è necessario avere almeno cinque anni di residenza continuativa, saper parlare perfettamente il dialetto, conoscere i cori di montagna e almeno un paio di ricette tradizionali. Se si è uno spazio sociale è possibile entrare a far parte della comunità declinando i presupposti precedenti (quindi organizzare un corso di dialetto o far cantare le bianche zime dalla corale di Sfruz), e se richiesto mostrare sottobanco una foto del parente importante.
Dati alla mano, quindi con una concretezza inusuale a un no global solitamente massimalista e utopista, il relatore cercherà di definire da una parte il Centro sociale Bruno come luogo della comunità trentina, e dall’altra di proporre una rivisitazione della norma provinciale sulla cittadinanza per incrementare il numero di nuovi cittadini riconosciuti. Utilizzando i parametri della Burocratia scaricati dal (mai usato) social network provinciale si potrà verificare se il Bruno abbia o meno i requisiti richiesti: quasi dieci anni di presenza attiva nel tessuto sociale cittadino, padronanza di vernacoliere anche valliggiano e l’asso nella manica, l’assessore in tenuta da Schützen che fa cori al concerto di Assalti Frontali.
Se passasse questa innovativa modifica legislativa permetterebbe a tutti i frequentatori dello spazio sociale, senza distinzione di provenienza, di avere pieni diritti di cittadinanza e un indiscriminato accesso alle case popolari, ai servizi sanitari, alle agevolazioni per il trasporto pubblico, alle borse di studio, al reddito minimo di garanzia.